
“Quanto lo pagate il sangue al litro?”, “40mila lire!”. “Bene, me ne tolga 3 litri…”
Il surreale dialogo tra il “cugino di campagna” Renato Pozzetto ed un dottore oggi non potrebbe più avvenire. Non solo per il cambio di valuta che c’è stato a cavallo dei due secoli, ma soprattutto per l’assoluto divieto che c’è in Italia di corrispondere qualsiasi cifra a chi è intenzionato a donare sangue, plasma o piastrine.
Una scelta che trasuda civiltà ed altruismo, che però in altri paesi viene adottata per far soldi e sfruttare persone che si trovano in uno stato di indigenza.
E’ purtroppo quello che starebbe facendo il colosso farmaceutico svizzero Octapharma, un’azienda che (secondo la tv pubblica svizzera che a tal proposito ha confezionato un reportage) approfitterebbe della povertà di alcuni statunitensi che si sottopongono a prelievi più frequenti di quelli consigliati dai medici.
In cambio otterrebbero una somma di denaro utile a sbarcare il lunario, fornendo però del plasma (parte di sangue ricca di proteine) dalla qualità decisamente dubbia. La legge che vieta (in Svizzera come in molti Stati europei) ogni tipo di business e commercializzazione del sangue trova la sua ratio proprio nel fatto che a persone male in arnese, dall’alimentazione e lo stile di vita sregolati e dipendenti da droghe, alcool e fumo sia proibito il poter cedere il prezioso liquido per ottenere un introito.
Negli Stati Uniti, invece, si può. Ed Octapharma, fiorente azienda svizzera che vanta 6200 dipendenti ed un fatturato di oltre un miliardo di euro, ha colto la palla al balzo. “Business is business”, e a Cleveland, città dell’Ohio colpita duramente dalla crisi, ha impiantato un centro dove a fronte di 60 dollari ci si può sottoporre a due prelievi la settimana.
Non importa che il liquido donato sia portatore di qualche virus o sia di scarsa qualità, il giro di denaro che ruota attorno a questo affare è talmente grande da impedire di indurre ad un ripensamento.
Il plasma venduto negli Usa è raddoppiato nel giro di qualche anno, i rischi per la salute di chi dona massicciamente sono palesi, i destinatari finali (malati di tumore ed altre patologie) sono condannati all’incertezza ricevendo qualcosa che inevitabilmente elude i controlli che dovrebbero essere stringenti.
Il tutto in nome del dio denaro.